Belgio: eutanasia gemelli sordi stavano diventando ciechi
Belgio: eutanasia gemelli sordi stavano diventando ciechi
In Belgio, due gemelli sordi stavano diventando ciechi, il loro dolore psicologico è stato considerato così forte da accettare la loro richiesta di eutanasia. Ma possiamo condannarli? Analizziamo l’eutanasia da un punto di vista empatico.
Una delle cose che proprio non va giù alla chiesa e persone più conservatrici è l’eutanasia. Personalmente ritengo che l’eutanasia sia una delle cose più tristi di questa società, triste come il cancro, triste come il suicidio. Purtroppo però, al momento non possiamo fare niente contro il cancro, non ancora almeno, e così come non possiamo fare niente contro il suicidio. Io credo che una persona che arriva a decidere di morire abbia poche motivazioni, ma talmente forti che non lasciano spazio ad alternative. Se pensiamo ad un malato di cancro, un malato terminale, una persona che sta soffrendo le pene dell’inferno, che ha dolori fortissimi, che ha debolezza cronica, potremmo già giustificare il desiderio di quella persona di mettere fine alle proprie sofferenze, ma se a tutto questo aggiungiamo la sofferenza psicologica forse non avremmo dubbi. Si chiama empatia, la capacità di mettersi nei panni degli altri. Se fossimo capaci di metterci nei panni di quella persona allora potremmo capire la sofferenza psicologica che sta provando, anche se non arriveremo mai a percepire fino in fondo il suo dolore. Pensate ad un padre e marito, che sa che a distanza di pochi mesi dovrà lasciare questo mondo per sempre, dovrà lasciare i suoi figli, magari ancora piccoli, sa che cresceranno senza di lui, che non vedrà quando faranno la comunione o quando andranno alle medie, quando avranno un bel voto. Sa che non ci sarà quando il bullo lo aggredirà e non potrà far niente per difenderlo. Sa che forse la mamma, sua moglie, troverà un altro uomo, e quindi i suoi figli avranno un nuovo padre, che entrerà in quella casa, e avrà paura di come potrà essere, e sa che lui non ci sarà per proteggerli. Sa che la moglie amerà un altro. Che un giorno, pur conservando un buon ricordo, nel suo cuore sarà un altro uomo al primo posto dei suoi pensieri. Quel padre, oltre al dolore della malattia, che sappiamo quanto sia forte, dovrà affrontare una sofferenza psicologica. Quel padre potrebbe, come il sottoscritto, essere ateo, cioè non credere in un essere superiore che un giorno ci renderà giustizia, non credere che ci sia vita dopo la morte. E nessuno, nessuno su questa terra ha il diritto di entrare nella sua vita, di giudicare la sua sofferenza e di emanare sentenze.
Non mi è mai stato chiaro e continua non essermi chiaro perché con i tanti atti ignobili che affliggono questo mondo, la chiesa entri con prepotenza nella vita di chi non reca danno agli altri. Ogni giorno nel mondo vengono eseguite pene di morte nei paesi cattolici come gli Stati Uniti, eppure non c’è la stessa veemenza nel deplorare questa barbarie. Ogni giorno la nostra nazione viene infangata da politici che rubano i soldi della povera gente, da dipendenti pubblici che abusano del proprio potere per raggirare, truffare. Persone violente, che maltrattano moglie e figlie. Camorristi e mafiosi che uccidono. Pedofili, stupratori, rapinatori assassini. Eppure sembra che l’unica battaglia che la chiesa porta avanti sia quella contro gli omosessuali, i divorziati e le persone vogliono l’eutanasia, le uniche persone che, pur facendo qualcosa che non rientra nei canoni, non recano del male al prossimo.
Ma Gesù, quello che salvava l’adultera dalla lapidazione, che accoglieva la prostituta, che perdonava il ladrone, quel Gesù, se oggi venisse qui tra noi, da che parte starebbe? Si scaglierebbe contro quel padre che soffre talmente tanto da voler morire per mettere fine a quelle sofferenze o si scaglierebbe contro i Cardinali e il loro modo di vivere, fatto di potere e ricchezza? Starebbe dalla parte di due uomini che si amano e non fanno male a nessuno, o dalla parte di una chiesa antica, che si è macchiata della santa inquisizione, di preti pedofili, che giudica, che condanna e non perdona? Quella chiesa che fino a pochi anni fa, nel non capire la sofferenza che provava una persona che si suicidava, non le concedeva la messa finale. Quella chiesa che permette a terroristi, assassini, politici corrotti, mafiosi e camorristi, di prendere la comunione, ma non ad un divorziato.
Da quale parte starebbe Gesù?
Quando imparerà la chiesa l’insegnamento di Gesù, e invece di condannare e giudicare, prenderà per mano le persone e le accompagnerà nel cammino?
In Belgio, due gemelli sordi stavano diventando ciechi, il loro dolore psicologico è stato considerato così forte da accettare la loro richiesta di eutanasia.
Credo che nella vita ci sia sempre un’altra possibilità, credo che fino alla fine dobbiamo lottare. Io farei così, e molti altri farebbero come farei io. Ma di questa storia, riesco a pensare solo la sofferenza che stavano provando. Due gemelli che già si sentivano emarginati per il loro handicap e ora terrorizzati dal diventare ciechi a 45 anni. Diventare completamente disabili. Cieco e sordo sono due handicap che associati provocano il 90% della perdita della capacità di comunicare. Per i sordociechi ci sono poche e limitate forme di linguaggio e di comunicazione, a 45 anni quel 90% di perdita diventa quasi il 100%. Diventare più soli di quello che già erano. Avrebbero inficiato di molto anche la capacità di comunicare tra di loro. Io non riesco a giudicarli, io non riesco a pensare all’eutanasia. Riesco a pensare solo alla loro sofferenza, a quello che hanno provato e quanto soffrissero per arrivare ad una così grave decisione.