Bullismo – Barbara Maines e George Robinson
Metodo dell’approccio senza accusa
–
L’Approccio senza accusa
di Barbara Maines e George Robinson è un altro metodo a livello internazionale che nasce per ostacolare il bullismo.
Cerchiamo di esporre il nostro pensiero partendo dall’errore morale che abbiamo già analizzato nel metodo Pikas.
È un metodo simile a quello dell’interesse condiviso di Pikas. Entrambi i metodi hanno in comune il fatto di non accusare il bullo. Ma mentre il metodo d Pikas cerca di trovare la soluzione dal colloquio con il bullo, l’approccio senza accusa la soluzione cerca di trovarla nella classe.
Si svolge in più step, attraverso incontri nei quali viene affrontato l’argomento bullismo.
- Colloquio con la vittima
- Incontri con bullo, spettatori, soggetti esterni al fenomeno
- Comunicare al gruppo come si sente la vittima
- Favorire un’assunzione di responsabilità da parte de gruppo e stimolare la collaborazione
- Ottenere suggerimenti da parte degli alunni
- Consegna al gruppo, il problema viene visto in senso generale
- Incontri individuali con i partecipanti
Il primo incontro si svolge con la vittima, dove le viene chiesto di comunicare eventuali disagi, il tutto liberamente senza avere paura di ripercussioni perché il bullo non verrà accusato.
Successivamente l’incontro sarà con il bullo e i soggetti non coinvolti direttamente, anche qui si affronterà la tematica bullismo. Si parla del disagio che prova la vittima e dei suoi sentimenti.
Ancora una volta il bullo non viene accusato.
Si cerca di responsabilizzare i presenti chiedendo loro anche proposte per sostenere la vittima e migliorare la sua vita scolastica.
A nessuno però viene chiesto di impegnarsi direttamente.
A questo punto il problema bullismo dovrebbe essere diventato un problema di tutti, e tutti dovrebbero fare qualcosa per arginare il problema.
Infine vengono effettuati incontri/colloqui individuali.
Critica:
È nostra opinione, che non ci può essere una società in cui chi commette un grave reato, provocando danni a terzi, passi ingiudicato, soprattutto se l’errore è intenzionale e non involontario.
L’insegnamento che produce questo società è:
Fa’ ciò che vuoi, tanto non ti succederà niente.
- Farla franca non è in fondo quello che spera chi beve alcolici e si mette al volante?
- Farla franca non è quello che spera chi investe un pedone innocente e scappa?
- Farla franca non è il desiderio di tutti coloro che delinquono?
Che uomo sarà un ragazzo che infrange continuamente le regole e non viene mai punito? Perché da adulto dovrebbe rispettare le regole e non ottenere quello che vuole con ogni mezzo?
Se domani approvassero una legge che protegge i pirati della strada, si registrerebbero meno incidenti? Forse diminuirebbero i pirati che fuggono (forse perché avrebbero paura del linciaggio), ma diminuirebbero gli incidenti e i bevitori di alcool?
NO, molto più probabile che aumenteranno in maniera vertiginosa.
Altro dubbio, molto forte, è il fatto che la soluzione dovrebbe provenire dagli alunni. Come abbiamo visto anche nell’articolo relativo all’educazione dei pari, è un po’ utopico che da un gruppo di bambini o di ragazzi possa uscire una soluzione valida senza punire né incolpare il bullo.
Inoltre questi metodi di intervento hanno un altro neo: la lungaggine del progetto. Quello che sfugge alla maggior parte degli studiosi di bullismo è il fatto che mentre espongono il progetto e lo fanno partire, trovano delle soluzioni e le mettono in pratica, passa del tempo in cui molto probabilmente la vittima continua a subire.
Il problema è che la vittima ha bisogno di aiuto e chi dice di volerla aiutare si perde perlopiù in chiacchiere e nel frattempo essa continua a subire senza vedere via di uscita.
Questo non farà altro che inasprire l’isolamento in già si trova, perdendo così totalmente la fiducia negli adulti.
Tutto questo andrebbe evitato a favore di interventi più rapidi e concreti. Perché come abbiamo visto nel metodo Pikas se il problema non si risolve, vengono adottate misure drastiche come cambiamento di classe dei bambini.
Vai all’articolo successivo
Vai all’articolo precedente
Torna al libro bullismo online