Bullismo tipologie vittima
Bullismo a scuola
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Esiste un solo tipo di vittima? In realtà ce ne sono diverse, due principali: quella passiva e quella provocatrice. E alcune marginali, meno frequenti: vittima ambigua ed emarginato violento. Infine la vittima reattiva.
Quali sono le differenze sostanziali tra queste vittime?
- Vittima passiva, subisce passivamente le prepotenze, tende ad isolarsi e a chiudersi in se stessa, è molto raro che confidi a qualcuno il proprio disagio per le prepotenze a cui deve sottostare.
- Vittima provocatrice, ansiosa, agitata, spesso fuori luogo, subisce prevaricazioni non tanto per la sua debolezza, ma per l’antipatia che suscita negli altri. Il suo comportamento è spesso oggetto di critiche, poiché può essere un soggetto fastidioso per la classe. Questo suo atteggiamento porta gli altri e anche l’insegnante a giustificare il comportamento del bullo. A volte la sua rabbia può sfogarla con soggetti più deboli di lui, spesso per i suoi comportamenti provocatori e agitati viene confuso come bullo da insegnanti poco formati. A volte nei confronti del bullo tende a difendersi ma con risultati irrisori..
- Vittima ambigua, è soggetto con gravi comportamenti antisociali: falso, subdolo, fino a commettere azioni infami.
- Vittima reattiva, si tratta di soggetto che reagisce alle prevaricazioni, difendendosi dagli attacchi fisici o denunciando le prepotenze agli adulti. Nel confronto fisico ha sempre la peggio, e lo scontro è quasi sempre impari: è più debole, è spesso più piccolo, è sempre solo contro tanti, non è abituato alle mani, non è così coraggioso come vuole mostrare. Spesso è confusa con la vittima provocatrice.
- Emarginato violento, è un soggetto solitamente aggressivo che usa violenza sugli altri, ma, a volte, il suo comportamento infastidisce anche il bullo che può cominciare ad prevaricarlo, in genere si tratta di prepotenze di tipo sociale, poiché la forza fisica dell’emarginato violento può scoraggiare il bullo e il branco.
È chiaro quindi che non c’è un solo tipo di vittima di bullismo, come abbiamo visto ci sono più profili, ma possiamo ascrivere questi profili come sottogategorie di due principali: la prima è passiva e subisce le prepotenze senza obiettare, l’altra utilizza un comportamento che può risultare fastidioso, reagendo in maniera sconclusionata alle provocazioni, o mettendo in atto dei comportamenti provocatori.
In realtò dobbiamo però evidenziare che la maggior parte delle vittime mostra comportamenti negativi, cioè comportamenti che gli altri reputano negativi, a volte sono comportamenti che il soggetto attua direttamente, altre volte, semplicemente, sono solo un modo di essere che però provoca negli altri un senso di fastidio.
Questi comportamenti portano i compagni, il bullo e il branco in primis, a giustificare atteggiamenti persecutori nei confronti della vittima, ma anche gli insegnanti, i collaboratori scolastici ed il dirigente, possono giustificare, completamente o in parte, le prepotenze che il bullo perpetra ai danni della vittima. Arrivano così a tenere un atteggiamento più morbido verso il bullo, quasi come se il fatto di essere un bambino fastidioso possa giustificare gli altri a rendergli la vita difficile.
A questo punto è chiaro che la situazione per la vittima diventa molto difficile, e altrettanto difficile può diventare il lavoro di chi prende le difese della vittima, poiché molto spesso si trova ad essere solo contro alunni, insegnanti e tutto il personale presente nella scuola.
Se pensiamo che sono già pochi quelli che prendono a cuore il disagio delle vittime, e a questo aggiungiamo il muro che trovano davanti a loro, possiamo immaginare quanto a volte sia dura la vita delle vittime di bullismo.
È un paradosso, eppure a volte, per alcuni operatori, risulta più semplice porre l’attenzione sui comportamenti negativi della vittima, che sui comportamenti negativi del bullo il quale resta impunito e libero di continuare a prevaricare.
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