Bullismo vittima ambigua
Bullismo scuola
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Altra figura poco studiata. La si confonde con la vittima provocatrice, anche se hanno pochi punti in comune, se non quello di essere molto fastidiosi per i compagni.
Subdola, falsa, ambigua. Fa la spia, tradisce, è voltagabbana e agisce in modo perfido.
Si tratta di un soggetto dalle caratteristiche comportamentali alquanto negative, che con il suo atteggiamento irrita insegnanti, operatori scolastici e la maggior parte dei compagni.
La vittima ambigua può essere falsa, subdola, infida, ipocrita, opportunistica. Mostra piacere nel fare la spia, a tradire, ad incolpare compagni innocenti, ed essere voltagabbana. A volte può rendersi responsabile di comportamenti che rasentano il paradosso, come per esempio tradire qualcuno che ha preso le sue difese, per esempio in una lite con un compagno o con un insegnante.
Di fronte alle accuse per le sue azioni reagisce con naturalezza e innocenza, come se non avesse fatto niente di male.
Il modo in cui reagisce alle prevaricazioni è diverso da quello delle vittime comuni. A volte continua imperterrita nella sua condotta, altre si isola volontariamente. Ma non è raro che si isoli anche quando non subisce prevaricazioni, e questo non è necessariamente connesso al suo essere introverso o estroverso, ma piuttosto perché è un soggetto tendenzialmente individualista, che mal si amalgama al gruppo dei pari.
Altre volte reagisce alle prepotenze inasprendo il suo lato meschino, intensificando le azioni spregevoli.
Alcuni sostengono che ci sia un certo masochismo nel suo atteggiamento, perché proverebbe piacere nel subire prevaricazioni. Questo dato però non è dimostrabile, almeno non con gli studi attuali, perché potrebbe trattarsi di una deduzione errata, dovuta al fatto che la vittima ambigua non mostri palesemente sofferenza alle prevaricazioni.
Ma il fatto che non palesi il disagio non significa che non lo provi.
Le meschinità della vittima ambigua possono essere indirizzate anche verso insegnanti o operatori scolastici, in genere sono compiute a danno di chi è in una posizione sociale o di potere inferiore, a vantaggio chi è in una posizione superiore, per esempio: la vittima potrebbe screditare un insegnante agli occhi del dirigente scolastico, un operatore socio-assistenziale agli occhi dell’insegnante di classe etc.!
Un’altra differenza sostanziale con la vittima comune è che la vittima ambigua può subire prevaricazioni anche da altri compagni e non solo dal bullo e dal branco. Ma in genere sono sempre prevaricazioni occasionali in risposta ai suoi comportamenti.
Anche le prevaricazioni del bullo sono in genere occasionali e raramente la sceglie come vittima abituale. Non abbiamo trovato studi che chiariscano perché il bullo non la prenda come vittima preferita, nonostante sia di gran lunga più fastidiosa della vittima comune.
A riguardo abbiamo potuto fare solo delle ipotesi per spiegare o provare a spiegare i motivi intrinsechi che portano il bullo a non prevaricare la vittima ambigua con costanza.
- A volte il bullo usa la vittima ambigua per scopi personali e quindi potrebbe non volere inimicarsela del tutto.
- Il bullo teme la sua bassezza, perché a differenza della vittima comune, la vittima ambigua non ha paura di fare la spia, e questo metterebbe il bullo a rischio provvedimenti
- Da molti studi si evince che il bullo provi piacere a far soffrire la vittima, e nel caso della vittima ambigua questo piacere potrebbe essere limitato dal fatto che non sempre è percepibile la sua sofferenza.
Come già abbiamo accennato, a volte il bullo può trovare vantaggio ad essere amico della vittima ambigua per un proprio tornaconto, ma in genere dura poco e alla fine il bullo finisce con l’emarginarla e prevaricarla di nuovo.
N.B. Non dobbiamo sottovalutare un elemento importante: la vittima ambigua è una figura bivalente. Essa vive stabilmente lo stato di vittima, ma parallelamente può prevaricare altri soggetti. In genere individui più deboli di essa. Si tratta perlopiù di prevaricazioni psicologiche, attuate anche per sfogare le proprie frustrazioni. Spesso utilizza la tecnica del bullo amico per sottomettere completamente la sua vittima. Non è detto che questo comportamento si verifichi per forza di cose a scuola, ma potrebbe avvenire anche a casa con fratelli e sorelle o con compagni di giochi.
Come abbiamo ribadito più volte, però, il carattere sgradevole della vittima, non può, per nessuna ragione, giustificare le prevaricazioni del bullo e le discriminazioni degli insegnanti.
Dobbiamo però ammettere che la vittima ambigua può essere un fattore di stress non indifferente per l’insegnante e per il gruppo classe, e come avviene per l’emarginato violento, spesso, il disagio causato può essere di gran lunga superiore di quello provocato dal bullo.
E infatti la vittima ambigua ha delle caratteristiche che l’avvicinano all’emarginato violento. Sono in realtà soggetti diversi, ambigua la prima, violento il secondo, ma entrambi possono essere elementi fortemente disturbanti. Un insegnante che si trova in classe un bambino come la vittima ambigua, deve far leva su tutta la sua pazienza ed il rispetto per il ruolo che riveste.
Può accadere, infine, che la vittima ambigua possa avere genitori altrettanto fastidiosi e onnipresenti. L’insegnante si trova così a dover gestire anche l’atteggiamento lagnoso, petulante e invadente del genitore. Questa condizione può inasprire il sentimento di antipatia che nutre nei confronti dell’alunno rendendo la relazione ancora più complicata.
Gli interventi da attuare sono molto difficili, perché anche fermando il bullo, il comportamento della vittima ambigua non cambia. E mentre per affrontare il bullismo c’è ormai un’ampia bibliografia, niente c’è sulla vittima ambigua, e gli interventi si limitano spesso all’improvvisazione o progetti mirati sul gruppo classe atti a stimolare emozioni e le affettività.
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