Libro bullismo
Trasformare la vittima in Leader
Alcuni operatori coltivano l’idea di poter modificare la personalità delle persone fino a renderle più forti, più sicure, dei veri leader.
Noi riteniamo che la cosa sia alquanto improbabile, e riteniamo che in questo caso il proverbio dei nostri antenati sia più che giusto: Chi nasce tondo non può morir quadrato!”.
Sicuramente cambiare la personalità di un bambino è più facile rispetto a quello di un adulto, ma anche con un bambino le modifiche che possiamo apportare al suo carattere sono limitate, e non certamente così consistenti da farlo diventare un leader o emulare il bullo. Se qualcuno avesse il potere di trasformare i deboli in leader, andremmo tutti dallo psicologo, così il timido conquisterebbe la bella ragazza, l’ultimo arrivato in un’azienda diventerebbe il direttore etc.!
Se in qualche corso di autostima aziendale qualcuno vi dice che dentro ognuno di noi si nasconde un leader e che basta solo farlo uscire, vi sta riempiendo di menzogne.
Il carattere di un bambino si forma per il 70/80% in famiglia, il restante tra la scuola, gli amici, la società. Se fino a 8 – 9 anni è stato sempre buono, timido, insicuro, noi potremmo provare ad insegnargli ad acquistare un po’ di sicurezza, ad essere meno timido, ma non certo ad essere così forte da difendersi dal bullo.
Ma per far comprendere meglio quanto sia assurda l’ipotesi di trasformare una vittima in un leader o se non altro insegnarle ad essere più forte tanto da difendersi dal bullo, vi proponiamo e lo facciamo avvalendoci di alcuni tra i più grandi musicisti del passato. Mozart, Strauss e Beethoven.
Poniamo che Mozart sia stato il più grande di tutti e subito dopo lui venga Beethoven. Fra i grandi, ma non il più grande c’è Strauss che vorrebbe emulare Mozart. Ora se ad insegnare a Strauss fosse Beethoven, forse qualche speranza l’avrebbe, perché Strauss era un genio, Beethoven altrettanto, quindi le possibilità che Strauss possa, se non superare, eguagliare o avvicinarsi a Mozart, ci potrebbero essere, anche se poche.
Ma se per emulare Mozart invece di Strauss, prendessimo Marco Rossi, un mediocre pianista che abita dietro l’angolo, quante possibilità ci sarebbero che il poverino possa emulare Mozart?
Volendo essere ottimisti rispondiamo: poche.
Perché è esattamente questa è la distanza che corre tra il bullo e la vittima, la stessa che c’è tra Mozart ed il mediocre pianista dietro l’angolo.
Se nella classe prendiamo un bambino simpatico, carismatico, forte, con una buona autostima e lavoriamo su di lui per fargli emulare il bullo, avremmo sicuramente qualche possibilità, ma noi non abbiamo preso un bambino con buoni livelli di autostima e carisma, abbiamo preso la vittima, l’esatto opposto, la persona che ha meno autostima, meno carisma in tutta la classe.
La vittima è tale proprio in quanto non ha quelle caratteristiche: paurosa, timida, debole, vigliacca, bassa autostima.
La vittima e il bullo sono diametralmente opposti, e quel divario è un abisso, e non il migliore degli psicologi potrebbe riuscire a cambiare la situazione. Potrà lavorare su un miglioramento parziale, che potrebbe portarlo ad essere più simpatico, più socievole, ma il bullo di lui si è fatto un’idea ed è molto difficile da cambiare.
Ma l’esempio non è finito. Abbiamo detto che le possibilità sono poche e non nessuna, perché l’insegnante di Marco Rossi è un certo Beethoven, non so se rendiamo l’idea. Ma il il problema, nel caso del bullismo, è che l’insegnante della vittima non sarà Beethoven, cioè uno dei più grandi musicisti della storia, nella fattispecie il più grande psicoterapeuta mondiale, ma sarà Luca Bianchi, un altro mediocre musicista che abita dietro l’altro angolo, nella fattispecie, uno psicologo qualunque.
A questo punto, quante sono le possibilità che Luca Bianchi renda Marco Rossi il più grande musicista di tutti i tempi?
Tornando al bullismo: quante possibilità ci sono che uno psicologo possa modificare la personalità di una vittima fino a trasformarla in leader?
Non crediamo servano risposte.
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