Quando la vittima di bullismo reagisce
Bullismo a scuola
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A volte, anche se molto raramente, accade che una vittima di bullismo abbia la forza di reagire, ma quali sono le conseguenze?
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Incomprensibilmente, a volte, accade che venga punita più di quanto non sia mai stato punito il bullo.
Sembrerebbe un paradosso, ma è un dato di fatto che accade sempre più spesso nella società attuale, soprattutto in quella italiana dove si tende a proteggere i carnefici a danno delle vittime.
A volte accade che un ragazzo subisca atti di bullismo da parte di un bullo o di un branco. Per mesi deve sottostare a prese in giro, offese, calunnie, diffamazioni. Tutto questo senza che un insegnante o un qualsiasi adulto intervenga in maniera decisa. Ma non tutte le vittime sono così deboli come possono sembrare in apparenza e che ad un certo punto, o perché riescono a mettere da parte la paura, o perché arrivano al limite della sopportazione, accade che reagiscano e riescano ad avere la meglio sul bullo. Ma a quel punto, non si capisce per quale motivo, le stesse persone che non sono mai intervenute in maniera decisa per fermare il bullo quando prevaricava la vittima (insegnanti, educatori, dirigenti scolastici, psicologi, personale non docente etc.), di colpo si sveglino dal torpore in cui hanno vissuto fino a quel momento e decidano che è arrivato il momento di mettere fine a quella situazione di conflitti e quindi decidano di punire il colpevole: la vittima.
È un paradosso, ma alcune vittime possono subire per mesi le molestie dei bulli, a volte per anni, ma quando decidono di reagire vengono punite, addirittura additate come bulli. Ma anche quando le prevaricazioni subite dalle vittime sono palesi vengono incolpate: reazione spropositata, reazione violenta, aggressione ingiustificata, poteva chiedere l’intervento degli insegnanti invece di farsi giustizia, etc.!
Sembra che tutte le prepotenze subite per mesi non abbiano peso, sembra conti solo la reazione della vittima anche se subiva atti di bullismo. E il bullo, che fino a quel momento si è divertito a prendere in giro la vittima, ad offenderla, a spingerla per le scale, a sgambettarla mentre passa nei corridoi, all’improvviso si ritrova ad essere un povero ragazzo indifeso che è stato aggredito da un violento, e solo per aver scherzato un po’, magari si giustificherà dicendo che voleva solo provare a fare amicizia.
La nostra ironia, naturalmente, cela un malcontento verso una mentalità che si mostra sempre più indulgente verso chi compie crimini, anche gravi, con la scusa della riabilitazione e la reintegrazione in società, e sempre più colpevolista verso chi dopo aver subito ingiustizie per anni, improvvisamente reagisce.
Per questo vediamo stupratori, pedofili, assassini, camorristi, mafiosi, politici, medici e avvocati disonesti che si sono arricchiti sulla pelle degli altri, a piede libero, e chi commette piccoli reati finire dentro e restarci per molto.
Quando una vittima di bullismo ha finalmente il coraggio di reagire, le istituzioni, che fino a quel momento erano dormienti, intervengono tempestivamente per fermarla e punire, mentre tutto questo si potrebbe evitare, con la prevenzione e l’intervento immediato.
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